Federico Barbarossa ESCAPE='HTML'

"Sul cucuzzolo che sovrasta il paesino di Momperone, nella
località detta ancor oggi "Il Castello", sorgeva un
importante maniero. Dove oggi Gianni e signora ci offrono
le loro prelibatezze culinarie rimangono solo tracce di
questo antico castello: vi sono le fondamenta ed un
prezioso fonte battesimale in pietra scolpita.
Nel 1220 Federico II riconfermava questo castello, insieme
ad altri, a Tortona come in precedenza aveva fatto suo
padre Enrico IV ed il suo celebre nonno Barbarossa.
Non si conoscono i motivi per cui questo castello passò nelle mani della famiglia dei Frascaroli, fra i quali si
distinse Ambrogio (detto Ambrogio da Gremiasco) che
firmava le sue lettere definendosi "soldato e dottore".
A metà ‘400 Ambrogio lasciò il feudo alla sorella
Margherita che sposando Cavalchino Guidobono portò il
castello alla famiglia di quest'ultimo che lo tenne per
secoli. Alla fine del ‘400 vi abitò una celebre poetessa,
Camilla Scarampo, moglie di Ambrogio Guidobono e dama
di corte della Duchessa di Milano. Per i suoi meriti letterari
Matteo Bandello definì Camilla Scarampo "un'altra Saffo
a' nostri tempi". Altro personaggio di spicco fu Antonio
Guidobono che venne processato a Tortona per aver
collaborato con i Franco-Piemontesi di Tomaso di Savoia
che nel 1642 avevano assediato la città. Il feudo venne
confiscato e poi restituito a lui e ai suoi fratelli.
Antonio lasciò il castello all'unica figlia femmina e da
questa passò ad un altro ramo dei Guidobono, un cui rappresentante Filippo nel 1756 acquistò il feudo di
Volpedo dalla fabbrica del Duomo di Milano.
La parrocchia di Momperone era Pieve sotto il titolo di San
Vittore la cui chiesa si trovava presso l'omonima frazione.
Una cappella era stata eretta anche nel Castello (di cui
rimane il fonte battesimale) ed una piccola chiesa esisteva
anche nella frazione di San Giorgio al di là del Curone.
Nel 1722 in un documento dell'epoca il Castello era
definito un "mucchio di sassi nel ‘600 infatti i
Guidobono erano andati a stare in un palazzo all'entrata del
paese ed il Castello lentamente era andato in rovina".

Notizie desunte da “Storie di Gremiasco e della Val Curone” di Angelo Bassi ed Italo Cammarada, con l’ammirazione e la stima di un gruppo di Affezionati Mangioni.

 

 

Quando pe’ amor o pe’ forza
lascio la magione de gli Sforza
mi reco in esto loco ameno
dove dormo, pranzo e ceno.
A Momperone, al Castello
la musa ispira il libello
ed i versi più cristallini
sgorgano sui Succulenti Salamini
e l’ambrosia non odorate
ma il profumo di Grigliate.
Nelle limpide calde notti
gusterem de gli Agnolotti,
risotti coi porcini
dai sapori genuini.
Anche colui che non ha fame
assaporerà il mitico Salame
innaffiato dal fresco Vino
da scolarsi pian pianino.
Per finir, degustate
le fantastiche Crostate,
potrò dir che cibo sì sano
mai degustai in quel di Milano
nemmeno al Desco che più adoro
quello di Ludovico Il Moro".

Versi liberi della poetessa Camilla Scarampo in Guidobono:
“Oh che bello rifocillarsi al Castello”

 

Federico Barbarossa ESCAPE='HTML'